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Sito nella verdissima Val Vezzeno e sospeso su un territorio selvaggio come un nido d’aquila, è costruito su un picco roccioso di origine vulcanica e si affaccia su un orrido di grande interesse geologico e paesaggistico, caratterizzato dal particolare colore delle rocce (ofioliti), ed in fondo ai cui dirupi scorre il torrente Vezzeno;
il Castello rappresenta un esempio di arte fortificatoria medievale; posto a difesa della via d’accesso alla valle, si erge su un grande comprensorio ofiolitico con un orrido che scende fino al torrente Vezzeno, e che rendeva il maniero inattaccabile.
E' documentata la presenza, nella sede su cui poi venne edificato l'attuale Castello, di un castrum romano (posto probabilmente a difesa della via che conduceva a Veleia), poi fortificato con opere murarie; nell'anno 808 d.C., il complesso venne assegnato dall'imperatore Carlo Magno al Vescovo di Piacenza Giuliano II. È allo studio, inoltre, con l'aiuto della Soprintendenza ai beni Archeologici, l'ipotesi che sul luogo vi sia stato anche un insediamento celto-ligure. È evidente infatti, sul versante opposto al Castello, un altare in pietra scavato nelle bancate di roccia, sul quale sono visibili i segni della lavorazione. Intorno al 1250 d.C. maestranze normanne finiscono la costruzione del Duomo di Piacenza ed il vescovo le invia nel proprio Feudo di Cagnano (ndr.: divenuto poi Gropparello) per costruirvi una possente rocca difensiva.
La costruzione, molto articolata e ricchissima di scorci panoramici, conserva ancora oggi intatta la magia di un castello nordico, selvaggio e fiabesco.


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